"NOTTE INQUIETA" di Abrecht Goes

Una breve recensione di "Notte Inquieta" di Albrecht Goes.


Ritorna drammaticamente d’attualità questo romanzo breve di Albrecht Goes, un atto di denuncia sull’assurdità della guerra.

Siamo nell’ottobre del 1942 in Ucraina e un pastore evangelico è comandato ad assistere spiritualmente un giovane soldato tedesco condannato a morte per diserzione. Per altri sarebbe stata una pratica quasi burocratica ma questo cappellano vuole conoscere la storia di questo ragazzo per potergli essere umanamente vicino in quell’ultimo giorno della sua vita.

In questa notte, che dà il titolo al romanzo, mentre inizia a leggere gli atti del processo, si presenta, nella stanza che gli era stata assegnata, un capitano, Brentano, in partenza per il fronte russo, a Stalingrado da cui sa che non tornerà più e che gli chiede se può trascorrere queste ultime ore con la sua ragazza Melanie.

Così mentre la coppia si apparta in un angolo, il cappellano ricostruisce la breve vita del condannato.

All’alba tutto si compie: il capitano parte per il suo destino e il pastore accompagnerà il condannato verso la morte. 

In questo libro non vi sono battaglie ma l’orrore della guerra è presente nella sua quotidianità: nella rassegnazione del condannato che ha “voluto vivere come un essere umano per qualche settimana” e che non ha “fatto nulla di male” eppure verrà fucilato. Di lui non resterà che il nome Fedor Baranowski, un nome, come dice il nostro pastore “inestinguibile, sacro e terribile insieme, il nome di Fedor Dostoevskij. “


Albrecht Goes (1908-2000) è stato un pastore luterano e durante la seconda guerra mondiale fu cappellano militare. Lasciato il sacerdozio si dedicò alla scrittura.

Notte inquieta è il suo romanzo più famoso.


Marcello Valenti


ALBRECHT GOES

"NOTTE INQUIETA"

Ed. MARCOS Y MARCOS


(immagine pubblicata previa gentile autorizzazione dell'Editore)