"Il Libro di Natale" di Selma Lagerlöf

Recensione de "Il Libro di Natale" di Selma Lagerlof


Qualche settimana fa, vagolando qua e là in una libreria, in mezzo a tanta carta e qualche libro, mi è capitato sotto gli occhi “Il libro di Natale” di Selma Lagerlöf, ed ora che è finalmente passata la corsa ai regali e ai cenoni è arrivato il momento di leggerlo. 

D’altra parte come dice una delle piccole protagoniste “non c’è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro, un libro nuovo che non si è ancora mai visto”.
Sono otto racconti che ci proiettano in un mondo lontano (siamo agli inizi del secolo scorso), fantastico (basti pensare al “Capodanno degli animali”) e di una religiosità ingenua e popolare come in A Nazareth  dove Gesù e Giuda bambini costruiscono degli uccellini con l’argilla, con risultati opposti e alla fine, il piccolo Iscariota, che amava Gesù e al tempo stesso lo odiava,  arrabbiato e frustrato per i suoi risultati troppo umani, verrà consolato da Maria.
 E’ questa pietas, se vogliamo ingenua,  che ci accompagna in questi racconti e ci trasporta altrove, in una terra mitica e antica che non è solo la Svezia della Lagerlöf ma il non luogo della nostra infanzia.


Di Selma Lagerlöf (Premio Nobel del 1909) ricordiamo La saga di Gosta Berling e Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson, veri capolavori dell’arte di raccontare.


Selma Lagerlöf

Il libro di Natale

Ed.Iperborea , Milano.

E. 15.00

Marcello Valenti

Illustrazione copertina: Alice Beniero

(immagine pubblicata previa gentile autorizzazione dell'Editore)